venerdì 7 maggio 2010

Piccola triste scenetta all'Italiana


Questo pomeriggio nel cortile davanti alla casa in cui abito si presenta un energumeno armato di sega elettrica. Comincia a tagliare qua e là i rami dell’unico albero, un pino scalcagnato e quasi spoglio. Mentre pota, l’energumeno va accumulando i rami nel vano di un pick up, parcheggiato lì vicino.


Pochi minuti dopo si affaccia una signora piuttosto giovane dal terzo piano. Chiede gentilmente allo sconosciuto cosa stia facendo. Quello, infastidito, smette per qualche secondo e risponde che è stato incaricato dall’amministratore di potare la pianta perché i rami disturbano il passaggio delle automobili.
A questo punto la donna dice: ‘sono stata io a lamentarmi, ma avevo chiesto che venga tagliato solo un ramo quello lungo lungo, non tutti’.
L’energumeno risponde che sono ordini superiori. Lui sta solo eseguendo quello che gli hanno detto. Rami lunghi, rami corti non fa differenza. Così riprende a mutilare la pianta.

Passano altri cinque minuti e si affaccia un signore anziano. Molto più arrabbiato. Intima al boscaiolo improvvisato di smettere subito.
Quello sbotta dicendo al vecchio di farsi gli affari suoi.
“Non mi risponda così,” fa il signore anziano, “altrimenti lo denuncio.” Notare: non dice ‘la denuncio’, troppo riguardoso, non 'ti denuncio’, troppo confidenziale. Bensì una via di mezzo. Lo denuncio, inanimato e distaccato. Non poteva dirlo meglio.
Lui, il boscaiolo, risponde cortesemente che c’è una disposizione condominiale da rispettare.
Taglierà solo il dovuto.
“E sia, io voglio verde, voglio verde,” ripete il signore anziano.
Seguono altri dieci minuti di potatura selvaggia, finché il boscaiolo smette.
Il pick up è carico di legna e lui può andare via soddisfatto.
Il povero pino è ormai uno scheletro monco, ma le auto nel cortile passeranno benissimo.

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